A belly full of wine - Romanzo

mercoledì 20 aprile 2011

Everybody's got something to hide…

…except for me and my monkey.


Forse è solo una mia impressione ma avete notato quanto possa essere difficile, a volte, descrivere ad un altro la propria professione? A meno che non si faccia uno di quei lavori sintetizzati con estrema chiarezza dalla parola che li rappresenta (sono medico, sono commercialista, sono spazzino…) le professioni “d’ufficio” sanno essere incomprensibilmente difficili da descrivere.
Forse è una prerogativa di certi percorsi di studio/carriera ma - un esempio su tutti - il Kaiseki ha studiato economia, senza però scendere troppo nel tecnico rispetto a nessuna materia in particolare, ecco il suo lavoro (che poi sarebbe il mio) è veramente molto complicato da capire. Fonde l’atomo dalle 9 alle 18? No, fa un lavoro, in un certo senso, vago.
“Sai, io mi occupo di ricerca…no, non sono biologa, diciamo che il tipo di ricerca che seguo verte più su tematiche istituzionali…no, non sto in politica, cioè diciamo che organizzo eventi divulgativi e…no, non SERATE, organizzo convegni!” e bla, bla. Alla fine della fiera, in genere, mi ritrovo a fissare il sopracciglio alzato dell’interlocutore che mi imbecca, con aria complice, “insomma stai nella pubblica amministrazione!”
NO!
Che poi io ho l’impressione che la formula sia sufficientemente rodata, insomma, io mi capirei…o no?
Fatto sta che – grazie a dio – ho notato che questa cosa succede anche ad altre persone e, la butto lì, secondo me anche a voi. Dite la verità, non vi è mai capitato di incontrare qualcuno che alla domanda “Che lavoro fai?” esordisse con un “Beh, è un po’ complicato da spiegare…” e via con l’interminabile parabola sui perché e sui per come delle sue otto ore quotidiane in ufficio, senza riuscire a rifilarvi niente di minimamente soddisfacente?
Ecco, questa cosa mi incuriosisce.
Poi, l’altro giorno parlavo con la mamma di un amico dello Shōgun e, non so perché, a un certo punto salta fuori l’argomento tabelline. Dovete sapere che quando ero piccola io avevo la fissa della tavola pitagorica in fondo ai quaderni: se non c’era io il quaderno non lo compravo! Cioè, non mi fraintendete: io SO le tabelline, è che le domande a bruciapelo mi hanno sempre messo in difficoltà e – diciamocelo – cosa c’è di più bruciapelante di un’interrogazione A SALTI sulle tabelline?

È un argomento che mi mette in agitazione e mi sono fatta prendere dalla foga anche questa volta, tant’è che ad un’assurda auto domanda sugli incroci più complicati (che per me sono, dalla tabellina del 6 in poi, tutti gli incroci con quelle del 7 dell’8 e del 9) ho sparato un clamoroso “7x8? Hem…hem…52!”. 

Quella mi guarda, in silenzio. Io restituisco lo sguardo, in silenzio. 

“Ecco, vedi? Che figura…proprio questo intendevo!” ridacchio.
Ovviamente, dentro di me, ho provato vergogna.
Quindi, non potendo accettare di essere una somara che non sa la tabellina del sette, ieri pomeriggio sono corsa in erboristeria a comprare eleuterococco e ginko che, a detta dell’erborista, mi aiuteranno e concentrarmi, irroreranno il mio cervello stanco e alzeranno il mio QI. Quando sono uscita dal negozio la tizia mi ha buttato lì un “Buono studio!” io volevo rientrare a spiegare che no, non devo studiare, sono già abbastanza ignorante e mi basta così, vorrei solo, nella notte magari, riuscire a memorizzare queste ultime – difficilissime – 3 tabelline…

Ma la vocina nella mia testa, quella che a volte perde la pazienza, ha ordinato “Smamma!” e mi sono dileguata.

2 commenti:

  1. finalmente ho un testo degno da girare nel caso mi venga chiesto che lavoro faccio, poi oggi più che mai vago...... tanto confusione per confusione, almeno che sia uan confusione scritta e puntualizzata come si deve! Fantastic!! pensa che proprio ieri ho conosciuto una biologa....l'ho invidiata mortalmente, stanca di giudicarmi un plumcake o una torta paradiso al cospetto di cassate, sacher, capresi, pastiere meravigliose.....

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...