A belly full of wine - Romanzo

venerdì 22 aprile 2011

She came in through the bathroom window...


...protected by a silver spoon

Oggi vorrei parlare della peculiare inclinazione che alcune persone – tipo mia madre – hanno verso la pulizia. Aspettate, messa così suona male (soprattutto per me che faccio la figura della sudicia): quello che voglio dire è che mia madre ha una passione che oserei definire sfrenata per l’ordine e l’igiene. Fin qui niente di male, lo approvo, lo condivido…però nei limiti. Soprattutto la parte sull’ordine, io tendo a viverla in maniera un filo più sporty.
E mamma non ci sta.
Quindi, quando viene a casa mia e butta un occhio in giro, guarda caso, salta fuori che – ad esempio - sui quadri c’è un dito di polvere (i quadri? Quali quadri? E…la polvere? Manco avessi le cornici del Louvre…) oppure, vado a braccio, che il filtro della lavastoviglie è grasso.
Il filtro.
Il filtro della lavastoviglie. Avanti, sto contando: alzino la mano quelli che sanno che dentro la lavastoviglie c’è un filtro che va mooooooolto oltre quel cilindro bucherellato che – di tanto in tanto – qualcuno di voi sfila e sciacqua sotto il rubinetto per sistemarsi la coscienza. Beh, cari miei, sorpresa: se vi foste presi la briga di sollevare il fondo della vostra lavastoviglie (e perché mai, poi?) avreste scoperto che è mobile e che il filtro, per l’appunto, è grosso (enòòòòòmme, come dice lo Shōgun) e che, molto probabilmente, sì: è grasso da fare schifo!

Altra cosa che turba mia madre: l’argenteria.
Quando mi sono sposata, come buona parte delle persone, feci una lista in un grande negozio. Ad un certo punto, in prossimità del fatidico giorno, ricevetti una telefonata con cui mi comunicavano che la lista di nozze era in via di esaurimento. Ecco, l’ingenua me, all’epoca, lasciò passare 2 o 3 giorni prima di richiamare ingiungendo al negozio di infilarci tutte le risottiere, formaggiere e insalatiere che avevano disponibili. Quel breve lasso temporale fu, tuttavia, sufficiente per far sì che a casa mia arrivasse un limitatissimo ma artisticamente assortito numero di pezzetti d’argento. Tre di questi, tra l’altro, sono talmente assurdi che io e Mister P., non riuscendo a spiegarcene l’utilizzo, li abbiamo affettuosamente ribattezzati IL PITALE, IL PISCIATOIO (questi in effetti si assomigliano…) e IL SANTO GRAAL. Di quest’ultimo il cosa più o meno si intuisce (un sottovaso? Un cestello da champagne? Una sputacchiera primi Ottocento?), il perché un po’ meno.
Insomma, questi 3 oggetti, più altri 3-4 piattini/svuota tasche vengono sottoposti a quel lento e puzzolente processo che è la pulizia dell’argento con una certa oculatezza. Cioè, fosse per me, mai. Ecco, mia madre proprio non ci sta:
“Perché non dai una pulita all’argento?”
“Mmmmmm?!”
“L’argento! Non lo vedo che è tutto nero?!”
Io no, non lo vedo, soprattutto perché io metto poco a fuoco il mobilio che mi circonda, figuriamoci quegli oggetti che, intenzionalmente, non tocco mai!
In ultimo: mamma ha un pallino per le mie pentole (forse perché me le ha passate tutte lei!).
Ecco alle pareti delle mie pentole – lo confesso – aderiscono, da sempre indisturbati, misteriosi aloni di calcare. Ora il punto è, a Roma - si sa - l’acqua è, per dirla in gergo da DIXAN, dura. Se io metto la pentola in lavastoviglie e quando la tiro fuori, il sugo non c’è più ma c’è l’alone di calcare, davvero credete che dovrei prendere un ramino e mettermi a sfregare finché l’acciaio non torna a brillare?! E perché mai?! È pulita!
Ebbene, ieri mia madre si avvicina, con aria cospiratoria, e mi fa “Ti ho portato qualcosa, ma lo devi tenere da conto, è una cosa fantastica…”
Voi che avreste pensato? Io ho iniziato a gasarmi. Lei, invece, tira fuori dalla borsa una scatoletta della Stanhome (se dite “E che è?!” le prendete: dove siete cresciuti per non aver mai sentito nominare la più grande azienda di detersivi porta a porta?!). Comunque, dentro la scatolina – ebbene sì - una paglietta d’acciaio! Vi ho messo una foto, così che capiate. Di fronte alla mia aria ebete, mamma afferra la paglietta, si precipita in cucina, tira fuori una  pentola e comincia a grattarla dentro producendo un rumore da svenire, tipo ultrasuoni che solo i cani sopportano…Io per non deluderla sono stata al gioco, e con la solenne promessa di usarla con il dovuto rispetto e umiltà, ho intascato la paglietta.

Ora, il post potrebbe finire qui ma non sarei onesta se non confessassi che questa mattina, non so come, mi sono ingarellata a pulire, con il mitologico oggetto, tutte le maniglie dei pensili della cucina e che ora queste brillano tanto che probabilmente non oserò più aprire gli sportelli senza prima mettere i guanti di cachemire!

Talis mater…

1 commento:

  1. Uhm,carino e interessante il tuo blog!Ti seguo con piacere!!!:)
    Passa a Trovarmi su http://selenia-levolchanel.blogspot.com

    Kiss Selenia

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