A belly full of wine - Romanzo

giovedì 23 maggio 2013

Enel, l'energia che ti ascolta...e ti manda a quel Paese!



Dopo aver condiviso le mie travagliate vicissitudini con i servizi di assistenza alla clientela di Ryanair, Easyjet e Fastweb è arrivato il momento di raccontarvi la recente esperienza con Enel. Devo attivare il servizio Enel Drive Free Ricarica Pubblica, praticamente un abbonamento a consumo per ricaricare i veicoli elettrici nelle sporadiche colonnine sparse per la città: un servizio sommariamente descritto sul portale e di cui, al call center che viene indicato sul sito, non sanno praticamente niente. E allora chiamo e alla prima chiamata naturalmente cade la linea, quindi richiamo e scelgo l’opzione 1, ovvero il servizio informazioni sui prodotti disponibili. Ma quelli dell’opzione 1 non sanno che dirmi e allora mi suggeriscono di richiamare e selezionare l’opzione 2 (non è che te lo passano loro, noooo!) che è l’amministrazione. All’interno 2, appena prende la comunicazione, l’operatore – tale Gustavo -mi chiede come mi chiamo. Al che io, un po’ perché non mi aspettavo la domanda e un po’ perchè chiamo dal cellulare e penso di aver capito male, chiedo “Come, prego?”.
Allora Gustavo inizia a innervosirsi: “Il nome, signora, il nome!” ripete, condiscendente.
Io: “Il mio?”
Lui: “E certo, che il mio?!”
“…ah!”
 Allora dico il mio nome e inizio a spiegare cosa mi serve ma, mentre parlo, avverto dall’altro lato un silenzio tombale: non un brusio, non un sì, non un mmmh? Insomma, avete presente, quei versi che fa una persona per far capire all’interlocutore che è sempre lì, all’altro capo del telefono, e non è andato nel frattempo a prendersi un cappuccino? Niente. E allora dopo un po’ che parlo al muro dico “Pronto? Mi sente?”
A quel punto, Gustavo si incavola proprio. “La sento, la sento, signora: vada al sodo!”
Vada al sodo?! Ma…ma…
Vi premetto che, prima di essere trasferiti ad un operatore, il disco del call center mi dice che alla fine della telefonata mi verrà chiesto di valutare il grado di soddisfazione legato alla servizio fornito dal call center. E allora, di fronte al tono seccato di Gustavo dico: “Scusi, è questo il livello di cortesia ricevuta che dovrò valutare alla fine della telefonata?”
E Gustavo: “E’ questo, è questo. Vada avanti!”.
Sono scioccata ma troppo consapevole del tempo che mi può far perdere il tenere il punto, ore, sul concetto di civiltà con questo zoticone; quindi ingoio e proseguo, pensando, tra me e me, che alla fine darò a Gustavo un voto tremendamente basso.
A quel punto che fa Gustavo, secondo voi?
Appena ricomincio a parlare dice: “Pronto? Pronto?” e…click.
Attacca.

Sì, attacca. E nessuno mi chiede niente. Cioè, nessuna valutazione-soddisfazione-cliente-servizio- Enel-con-te e compagnia cantata.

Ok, mantieni la calma: ti servono le info per evitare un viaggio a vuoto nell’unico luogo a Roma dove possano attivare il servizio: il Punto Enel a viale Regina Margherita. Già riesco a prefigurarmi la situazione: vado, faccio la fila, arrivo allo sportello e la signora mi guarda e – dopo aver capito più o meno di cosa parlo – mi dice: “Bene, per attivare il servizio ho bisogno di un documento, di un numero di carta di credito, del suo codice fiscale e dell’ortopanoramica di suo marito del 2008…” e io “Accidenti…l’ortopanoramica non la ho con me…” “Allora mi dispiace, deve ritornare!”. E il negozio chiude alle 16.30, quindi io per andarci mi sarò anche presa un permesso a vuoto.
Allora, richiamo, correndo il rischio di ri-imbattermi in Gustavo. Invece no, risponde una ragazza che, dopo aver fatto mente locale su checcazzovuolequesta (manco Enel Drive Free Ricarica Pubblica glielo volessi vendere io, in allegato a Famiglia Cristiana!) mi chiede un codice cliente. E io dico “Che?” e lei ripete “Il codice cliente” e io dico “Non ce l’ho!” e lei dice “Come non ce l’ha?! Non ha la luce a casa?!” e io “Sì, ma l’utenza non è attivata a mio nome.” Allora lei mi lascia in attesa per consultarsi col bodhisattva del call center e, quando riprende la conversazione mi dice “Guardi, di preciso cosa le serva non lo so perché il servizio lo attivano solo nel Punto Enel di viale Regina Margherita (ma va?! Peccato che non esista il numero di telefono diretto di questo Punto Enel e che io debba passare attraverso il call center…) però, se le posso dare un consiglio, lei  si porti una vecchia bolletta.”
“Ma…anche se non è intestata a me?”
“Sì…”
“Ah!”
E attacca.
Io non attacco, invece, rimango in linea, in attesa di poter dare il mio giudizio sul livello di assistenza ricevuta e, quando il disco mi chiede di attribuire un voto da 1 (il minimo) a 5 (il massimo) alla qualità delle informazioni ottenute e digito 2 (facendo una media tra Gustavo e la signorina) sapete cosa mi risponde?
“Siamo spiacenti, la scelta effettuata è errata.”

E…indovinate un po’?
Click.

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