A belly full of wine - Romanzo

venerdì 13 luglio 2012

TsuguKaji-KOTO in concerto: finalmente un po' di Giappone in un blog giapponese!

La premessa maggiore è che lo Shogun è stato eroico, la minore è che ieri sera, finalmente, abbiamo fatto qualcosa di giapponese. E finalmente posso comunicare sul blog una notizia attinente all’impegnativo sottotitolo del blog stesso.
Questa settimana si è festeggiata a Roma l’estate giapponese, con qualche (niente di esagerato) manifestazione a tema e 3 serate di musica tradizionale all’Auditorium Parco della Musica. E noi, per ieri, avevamo preso 3 biglietti per andare ad ascoltare il duo Tsugukaji Koto: due suonatrici di Koto - appunto - alla loro prima esibizione europea.
Il Koto è uno strumento tradizionale a corde introdotto in Giappone dalla Cina nel periodo Nara (tra il 710 e il 784 d.C.), una specie di cetra molto più grande, dal suono dolce e armonioso.
Il signor Pinco Pallo, direttore artistico della manifestazione, in apertura di concerto pronuncia - tra le altre - le seguenti parole: “Il koto è la rappresentazione giapponese del drago in tutte le sue emanazioni”. Questo perchè lo strumento viene paragonato al dragone cinese e le sue varie parti riprendono il nome dalle parti del corpo del mitico animale. Quello che rimane nell’orecchio dello Shogun - ma non mi sorprendo - è la parola chiave della serata: DRAGO.
Il gatto, che - ripeto - è stato di una compostezza ed una serietà che lèvate, dando letteralmente le piste al Kaiseki e a mister P., tragicamente fulminati da un ignobile  attacco di ridarella quando le Tsugukaji hanno iniziato a cantare (da dire, in uno stile Marrabbio di KissmeLicia), ha sussurrato ad intervalli regolari di 30-40 secondi “il drago quando arriva?” oppure “dov’è il drago?” fino allo zenit di “adesso arriva il drago e se le mangia tutte e due!”. Questo, per l’intera durata del concerto.
In effetti la cosa non fa una piega: lui aspettava ‘sto drago, che però alla fine ha avuto un contrattempo e non è potuto intervenire. Era un drago italiano, gliel’abbiamo spiegata così.

Cmq, ridarella a parte (perchè se uno nasce povero di spirito, non è che si trasforma in persona illuminata improvvisamente: servono quei 2-3 minuti utili per acclimatarsi e farsi odiare dai vicini) è stato davvero bello. Lo Shogun ha dimostrato una finezza di gusti ed un aplòmb che gli sono valsi tanti sorrisi quante sono state le occhiatacce che si sono guadagnati i genitori. Avrei voluto fare un video ma era vietato, quindi vi metto il link di uno dei brani che sono stati eseguiti che è stato proprio emozionante.

Il Parco della Musica, diciamo che lo promuovo: i biglietti costavano 8 euro e quindi abbiamo assunto a cuor leggero il rischio di dover uscire prima della fine. Altri spettacoli, in genere, sono ben più cari e trovo un po’ assurdo non immaginare delle riduzioni per bambini sotto i 6 anni (non sotto i 26, come è strutturato attualmente l’italico sistema di ridotti nei teatri). Purtroppo questo discorso vale un po’ ovunque, a marzo volevamo andare a vedere il Flauto Magico (ma va?!) al Teatro dell’Opera ma il biglietto del gatto costava quasi quanto quello di un adulto, ovvero l’80% di un biglietto intero. Quindi, alla fine, una pomeridiana di domenica ci sarebbe costata circa 300 euro, nonostante lo Shogun stia in braccio tutto il tempo e quindi non usi la poltrona. Anche perchè, un bambino di 3 anni sulla poltrona è come se assistesse allo spettacolo seduto per terra al buio, nel foyer: la prospettiva del palco è la stessa. Cioè nessuna.
A questo proposito mi domando come mai qui nei teatri non distribuiscano quei cubi di rialzo per le poltrone che danno nei teatri a Londra e a New York. Direi che è un indice significativo di quanto i bambini vengano portati a teatro in Italia, rispetto al resto del mondo civilizzato. Sto facendo della polemica nonostante le premesse pacificamente giappo? Vabbè, quando ci sta ci sta e questo è pur sempre il blog del solito vecchio Kaiseki!
Cmq, questo per dire che del Flauto Magico gli abbiamo comprato il dvd.

Konnichiwaaaaaaaaaaaa ^^

1 commento:

  1. Mi piace come scrivi. leggo con monto piacere tutto quello che mi invii.

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