A belly full of wine - Romanzo

venerdì 6 luglio 2012

Di come il Kaiseki illumina circa l'opportunità di praticare la ceretta sulle braccia

Lo charme è un nodo da stringere con stile
Salta subito agli occhi, credo, il titolo di questo post.

Ebbene, dopo più di un anno di titoli dedicati ai Beatles e a Paul McCartney, spesso privi di nesso apparente con il contenuto del post, ho deciso di virare per una impostazione lievemente più didascalica. Questo titolo, in effetti, è abbastanza arduo da fraintendere. 

Quindi potete decidere voi se valga la pena proseguire nella lettura o se fermarvi qui. D'altronde, la scelta di non proseguire - legittima, per carità - può dipendere da svariati motivi:
  1. siete uomini e, come la stragrande maggioranza degli uomini, il concetto di depilazione vi crea disagio. Conosco stimati professionisti disturbati anche solo dal pensiero che la propria madre si depili le gambe e ragazzi ostinatamente convinti che una donna vada dall'estetista solo per massaggi e manicure (nonostante sappiano benissimo che il 90% dell'indotto è legato all'estirpazione dell'odiato bulbo);
  2. siete bionde e - forse - di ceppo scandinavo. Siete di quelle che hanno trasparenti anche le sopracciglia, che non hanno mai comprato le pinzette e, quindi, questo post non vi riguarda;
  3. siete donne, siete more, vi depilate abitualmente le gambe ma – chissà perché - siete contrarie per principio al concetto di braccio depilato. Ecco, se appartenete a questa categoria, vi chiederei di continuare a leggere perché questo post lo scrivo proprio per avere un confronto con voi.
Veniamo al nocciolo della questione: io la metropolitana la prendo poco. Ma le volte che mi capita di prenderla, è straripante. Ora, il Kaiseki non è proprio una stanga, quindi, quando viaggia su un vagone zeppo, si abbarbica come può al sostegno verticale, quello a cui si aggrappano decine e decine di mani. E spesso, specialmente se sei bassino, vedi le mani e un groviglio di braccia, senza associare immediatamente un braccio al volto del proprietario.
Ecco, voi non avete idea di quante volte il Kaiseki abbia confuso le braccia appese al sostegno, attribuendone di particolarmente villose a uomini per poi scoprire - con orrore - che appartenevano alla figuretta leggiadra di fianco all’omaccione.

Chevveldicoaffà? Una cosa scioccante, da pelle d’oca. Orrida. E per questo io voglio lanciare un appello.

Ragazze, la ceretta sulle braccia – superati i 14 anni (età in cui una ha talmente tanti problemi legati alla sfera della femminilità che, davvero, i peli sulle braccia passano in secondo piano) - rappresenta un imperativo categorico da cui non si può prescindere. E’ una delle caratteristiche che rende leggiadre, aggraziate, attraenti e self confident. E – diciamolo – è anche quella che ci distingue dalle scimmie!
No, la decolorazione non è lo stesso.
No, usare solo indumenti a maniche lunghe non è un’attenuante.
Ragazze, le braccia delle donne – come le gambe - sono più belle di quelle degli uomini perché non sono infestate di peluria: prendete il coraggio a due mani e liberate le vostre braccia da quei mostruosi villi neri: anche la vostra anima si sentirà alleggerita.

Capisco da sola che questo tema è poco in sintonia con il sottotitolo del blog ma sentivo di dover spezzare una lancia per la causa.
E ora, il dibattito è aperto e guai a voi a chi si lagna che preferiva le citazioni dei FabFour!

PS L'immagine inserita in apertura - scelta per restituire un senso di eleganza e leggiadra femminilità - è gentilmente concessa da Lo Charme è un Nodo da Stringere con Stile. Chi vòle capì...^^

1 commento:

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