A belly full of wine - Romanzo

mercoledì 29 febbraio 2012

Made a lightning trip to Vienna, eating chocolate cake in a bag...

Il Kaiseki è una di quelle persone che è cresciuta portandosi a scuola, per merenda, spuntini salutisti al limite della turba psicologica, oserei dire mortificanti - mamma, non prendertela. Il kaiseki delle elementari alle 10.30, quando tutti i bambini scartocciavano pizze untuose, panini con la cioccolata, tramezzini al salame, tirava fuori dalla cartella un vasetto di yogurt o un kiwi diviso a metà (da scavare col cucchiaino), tocchetti di anguria in contenitore Tupperware e, nei giorni di anarchia, una Camilla  o una ciambella mr Day. Ve le ricordate le ciambelle mr Day? Quelle asciutte asciutte, senza nemmeno lo zucchero a velo. Quelle che se le inzuppavi nel latte prosiugavano la tazza tanto erano porose, che in Amazzonia le usavano come deumidificatori. Ecco, quelle. A casa mia non girava la nutella nemmeno a Natale, le uova di Pasqua, una volta aperte, venivano regalate alle nonne (che le avrebbero usati per preparare dolci in realtà mai visti). A casa del Kaiseki, a colazione, si mangiava pane e marmellata o i savoiardi...o latte e Rice Krispies. Ve li ricordate i Rice Krispies? Sono stati forse l'unica tra le 300 linee di cereali Kellog's che si è estinta con gli anni 80, talmente poco erano appetibili per i bambini. Così, senza una punta di zucchero, senza cioccolato, senza miele...sembravano più crostini da insalata che crocchini da colazione. Comunque, l'unica concessione all'ascetismo del nostro percorso alimentare era un cucchiaino di Sprint da aggiungere al latte. Il Nesquick no, che la Nestlè produceva porcate su vasta scala, lo Sprint sì che era della Plasmon, e la Plasmon, stando a Latina, commercializzava prodotti di molto più sani. E poi sopra c'era scritto AL CACAO MAGRO, vuoi mettere?
Perchè non parlo di queste cose al mio psicologo? Perchè il kaiseki non va dallo psicologo, scicchini, e oggi ho tirato in ballo la questione alimentare infantile per un motivo preciso.
Col senno di poi, mi rendo conto che fosse una politica per la quale, considerato tutto quello che è saltato fuori sui grassi idrogenati ^^, devo ringraziare mia madre (anche se, nonostante i suoi sforzi, il Kaiseki è rimasto bassetto e, in primavera, acquista con soddisfazione flaconi di creme anticellulite). Quello di cui proprio non mi capacito è come la stessa pesona che vent'anni fa negava ai figli le Morositas, oggi sia diventata una nonna che passa allo Shogun ovetti Kinder sottobanco. 
Scena di qualche sera fa: a casa di amici, loro con 2 bambini, uno coetaneo del gatto e divoratore professionista di porcherie a 360°. Dopo aver praticamente digiunato a cena inizia una sospetta tarantella davanti al frigorifero. Che fa? 
"Ah, vuole la cioccolata..." fa la madre e tira giù da un ripiano altissimo un cestino colmo di dolcetti. Prende una barretta Kinder e mi guarda. "Posso darne una allo Shogun?"
Io cerco di contenere la costernazione e rispondo educatamente: "No, no, grazie, lo Shogun non mangia la cioccolata. Tra l'altro non avendola mai assaggiata non sa nemmeno di cosa si tratti e preferisco mantenere saldo questo tipo di oscurantismo...". Quindi lei dà al figlio il cioccolatino e quello inizia a sbafarselo. Lo Shogun - il mio Shogun - gli va vicino, lo osserva, poi si gira e fa: "Lo voglio pure io un Kinder!".
Silenzio in aula, perchè le alternative sono due: o il gatto ha imparato a leggere oppure non è del tutto vero che la cioccolata non l'ha mai assaggiata e che non è assolutissimamente in grado di associare il bianco/arancione alla sconfinata gamma di porcate Kinder. Ovviamente ha avuto il cioccolatino, l'ha divorato in due bocconi e ne ha chiesto un altro. Io ero un po' imbarazzata ma ho nicchiato. L'altra mamma, invece, ha fatto la vaga e le sono stata grata.

Il giorno dopo, al telefono: 
Kaiseki - "Mamma, hai mica dato della cioccolata al gatto?" 
Kaisekimadre - "Coooooosa? No, assolutamente no! Ma scherzi?!"
Kaiseki - "...?"
Kaisekimadre - "Guarda, sarà stato un grammo, meno di un grammo...metà della metà di un ovetto...e poi, li compriamo solo per la sorpresa!"
Li (plurale)? Li comprIAMO (presente indicativo che sottolinea un'azione continuata e reiterata)?!

Vabbè, il Kaiseki non è una mamma nazi e nemmeno una figlia intransigente però è un po' rompicxxxxoni e, anche se si sa che i bambini mangiano la cioccolata - e ci mancherebbe - e che i nonni viziano i nipoti non può chiudere questo post senza gridare urbi et orbi che, porca miseria...LA KINDER E' UNA MARCA NESTLE'!

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