A belly full of wine - Romanzo

mercoledì 15 giugno 2011

I was dreamweaver, but now I'm reborn

Ho avuto una montagna di idee su argomenti da trattare nel blog ma sono stata letteralmente travolta da un turbine di lavoro e faccende da sbrigare, arrivando la sera, così stanca…che l’unico desiderio era quello di corcarmi - come dice Mr P.- per avere un po’ di tregua. Almeno per qualche ora, prima che il sonno disturbato dello Shōgun mi richiamasse alla veglia. Insomma, come dire, visto che si avvicina l’estate non ci stiamo facendo mancare il rush finale!
Questo, oltre che sul mio fisico debilitato dal raffreddore del semestre (nel senso che va avanti da sei mesi) ha avuto effetti disastrosi sul blog che, me ne rendo conto, ho  definitivamente inserito nel filone dei siti da ‘na botta e via/scuffia estiva/rum e pera. Ecco, tutta ‘sta fatica per sembrare brillante e alla fine sono naufragata in uno shottino di blog.
Purtroppo la mia concentrazione vacilla e tutti gli spunti che mi sono venuti nelle ultime settimane, non appuntati e incanalati nel flusso delle mie carenze cerebrali, hanno finito inesorabilmente per sbiadire nei buchi neri della mia memoria a breve termine.
Allora, visto che non vi posso lasciare così, senza uno straccio di spiegazione, in attesa che me ne venga in mente una plausibile, mi butto sull’ovvio.
Per questo, oggi mi concentrerò su qualcosa che volevo spiegare da tanto, anche considerato che quei pochi che mi leggono me l’hanno segnalata più volte come una trovata non del tutto vincente. Almeno dal punto di vista del marketing.
Indovinate? Forse qualcuno sì: sto parlando dei titoli dei post.

Lo so, inserire un titolo in inglese, verboso, spesso oscuro ed inequivocabilmente scollegato dall’argomento trattato dopo è - senza possibilità di appello – quello che chiunque riconoscerebbe come una mossa falsa. Una di quelle – per capirsi - che ti fa perdere 10 metri ancor prima che venga dato il segnale di partenza. Però ha un senso: distorto e ineffabile ma ce l’ha.
In effetti, se qualcuno l’ha notato, si tratta di titoli, incipit o estratti di canzoni. E si tratta di canzoni prevalentemente (anche se non sempre) dei…? Su, su, che è semplice…esatto (tolleranza per la scenetta), proprio dei Beatles!
Ma va?! Mmmm-mmmm!
Sono d’accordo, forse sarebbe stato più semplice indovinarlo negli anni ’70 ma stavolta è andata così: uso sempre titoli o pezzi tratti da canzoni dei Beatles (o ex membri della band).

Se qualcuno avesse la curiosità di ascoltare le canzoni in questione, guadagnerebbe in comprensione del blog, perché la musica citata, almeno nelle intenzioni, scandiva il ritmo dei post che seguivano.
Anzi, per essere precisi, quando ho creato il blog, avrei voluto inserire una base musicale diversa per ogni pubblicazione, in modo da rendere i 5 minuti necessari alla lettura completi…cioè, in grado di restituire il mio stato d’animo in maniera più netta. Poi, diciamocelo, queste sono chicche da smanettone dei computer e, ovviamente, non ci sono riuscita. Però, se a qualcuno andasse, ecco: sappia che sono tutti titoli che consiglio.
E mi confronterò volentieri con chi vorrà ascoltarli, riaprendo le danze.

3 commenti:

  1. Posto che la mia cultura musicale è pari a 0, non avevo capito che si trattasse di titoli o frasi prese da canzoni... ma io non faccio testo (questa frase è perfettamente in tono con l'argomento musicale!)!
    Per quanto riguarda la musica che accompagna la lettura... Ma davvero mi stai dicendo che si può fare????? Io sono negata con la tecnologia, quindi per me questa è fantascienza allo stato puro!!!

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  2. Kaiseki quando ci pubblichi il tuo capitolo 10, qui siamo tutti ansiosi eh!!??

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