Salta subito agli occhi, credo, il titolo di questo post.
Ebbene, dopo più di un anno di titoli dedicati ai Beatles e a Paul
McCartney, spesso privi di nesso apparente con il contenuto del post, ho deciso
di virare per una impostazione lievemente più didascalica. Questo
titolo, in effetti, è abbastanza arduo da fraintendere.
Quindi potete decidere voi se valga la pena proseguire nella lettura o se
fermarvi qui. D'altronde, la scelta di non proseguire - legittima, per carità -
può dipendere da svariati motivi:
- siete uomini e, come la stragrande maggioranza degli uomini, il concetto di depilazione vi crea disagio. Conosco stimati professionisti disturbati anche solo dal pensiero che la propria madre si depili le gambe e ragazzi ostinatamente convinti che una donna vada dall'estetista solo per massaggi e manicure (nonostante sappiano benissimo che il 90% dell'indotto è legato all'estirpazione dell'odiato bulbo);
- siete bionde e - forse - di ceppo scandinavo. Siete di quelle che hanno trasparenti anche le sopracciglia, che non hanno mai comprato le pinzette e, quindi, questo post non vi riguarda;
- siete donne, siete more, vi depilate abitualmente le gambe ma – chissà perché - siete contrarie per principio al concetto di braccio depilato. Ecco, se appartenete a questa categoria, vi chiederei di continuare a leggere perché questo post lo scrivo proprio per avere un confronto con voi.
Veniamo al
nocciolo della questione: io la metropolitana la prendo poco. Ma le volte che mi
capita di prenderla, è straripante. Ora, il Kaiseki non è proprio una stanga, quindi,
quando viaggia su un vagone zeppo, si abbarbica come può al sostegno verticale,
quello a cui si aggrappano decine e decine di mani. E spesso, specialmente se
sei bassino, vedi le mani e un groviglio di braccia, senza associare
immediatamente un braccio al volto del proprietario.
Ecco, voi non avete
idea di quante volte il Kaiseki abbia confuso le braccia appese al sostegno,
attribuendone di particolarmente villose a uomini per poi scoprire - con orrore
- che appartenevano alla figuretta leggiadra di fianco all’omaccione.
Chevveldicoaffà?
Una cosa scioccante, da pelle d’oca. Orrida. E per questo io voglio lanciare un
appello.
Ragazze, la
ceretta sulle braccia – superati i 14 anni (età in cui una ha talmente tanti
problemi legati alla sfera della femminilità che, davvero, i peli sulle braccia
passano in secondo piano) - rappresenta un imperativo categorico da cui non si
può prescindere. E’ una delle caratteristiche che rende leggiadre, aggraziate, attraenti
e self confident. E – diciamolo – è anche
quella che ci distingue dalle scimmie!
No, la
decolorazione non è lo stesso.
No, usare solo
indumenti a maniche lunghe non è un’attenuante.
Ragazze, le
braccia delle donne – come le gambe - sono più belle di quelle degli uomini perché
non sono infestate di peluria: prendete il coraggio a due mani e liberate le
vostre braccia da quei mostruosi villi neri: anche la vostra anima si sentirà
alleggerita.
Capisco da sola
che questo tema è poco in sintonia con il sottotitolo del blog ma sentivo di
dover spezzare una lancia per la causa.
E ora, il
dibattito è aperto e guai a voi a chi si lagna che preferiva le citazioni dei
FabFour!
PS L'immagine inserita in apertura - scelta per restituire un senso di eleganza e leggiadra femminilità - è gentilmente concessa da Lo Charme è un Nodo da Stringere con Stile. Chi vòle capì...^^
Grazie per la citazione della mia pagina Facebook
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