Ci sono momenti nella vita che
passano aspettando. L’attesa riempie le giornate, le settimane, senti che nell’aria
c’è qualcosa, a volte intensamente. Altre volte la sensazione è un’impronta
leggera sulle cose intorno che suggerisce, in qualche modo, l’opportunità di stare
fermo, preparandoti al cambiamento. È uno stato complesso, non del tutto
negativo ma che in un certo senso spinge a rimandare l’azione, a procrastinare le
scelte. Semplicemente aspetti, con la convinzione, confusa e netta al contempo,
che qualcosa sia già in movimento per te.
Sono momenti che sembrano
allungarsi come spirali di miele in un bicchiere di latte, scivolano sul fondo
prima di sciogliersi del tutto lasciando di sé soltanto un sapore. Non so se
dolce. Si dimenticano in fretta quando tutto torna a regime, quando gli
ingranaggi riprendono a girare producendo il consueto frastuono.
Ultimamente, quando sono troppo
pigra per fare qualcosa e mi dico prima o
poi mi sorprendo a pensare che
questo poi nel frattempo stia
scorrendo. Cioè, non è più come qualche anno fa, quando mi dicevo cose tipo “prima
o poi compro dei pigiami decenti, femminili...di classe!” mentre mi infilavo la
maxi felpa coi pinguini. Ecco, in quel caso il prima o poi immaginavo significasse quando sarò una donna sofisticata, sopra la trentina, con una carriera…Dunque,
i 30 diciamo che sono un vago ricordo, nel frattempo mi sono pure sposata
(quindi c’è qualcuno che gioisce della quotidiana opportunità di ammirare i
pinguini), sulla carriera stendiamo un velo, eppure ancora non sono riuscita a dotarmi
di pigiami decorosi. Lo so, sto trascinando questo post verso l’assurdo: cosa
ci vorrà mai a comprare un pigiama? Capiamoci: non è del pigiama che voglio
parlare, è dell’idea di me che ho e che, mi sono accorta, tende a risultare sempre
più – come dire – indefinitamente prospettica.
Allora, il punto è forse che non
c’è un traguardo da superare per poter dire “ok, da qui in poi ci sono”? O
forse che – e qui cito - una è tanto più
vera quanto più si avvicina all’idea che ha di se stessa e allora se io
voglio essere autenticamente me allora devo comprare dei pigiami eleganti?
Sto di nuovo confondendo le acque. Quello che un po’ mi rode è il pensiero di
non stare utilizzando il tempo opportuno
(cioè questo) per fare le cose opportune
per questo tempo. È come vivere a salti, tra il passato e il futuro, trascurando
il presente.
Oddio, sono matta. Ma le penso
solo io queste cose? Non avete mai la sensazione che l’oggi sfugga, risulti meno pregno, meno netto: sfumato tra il
ricordo di ieri e l’idea di domani?
Bah, diciamo che oggi il kaiseki
ha farneticato. Poco male, però, perché il kaiseki dimentica in fretta queste stravaganti
parentesi. Però, una volta tanto, datele retta e ascoltate la traccia che
parte dal titolo, 'cause I say it just to reach you!
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